
Discorso di Steve Jobs:
Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.
La prima storia parla di “unire i puntini”.
Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perché ho smesso?
Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.
Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.
Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio:
il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.
Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.
Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete… questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia parla di amore e di perdita.
Fui molto fortunato – ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni… quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona – che pensavamo fosse di grande talento – per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.
Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.
Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.
Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.
La mia terza storia parla della morte.
Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, prima o poi lo sarà veramente”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatré anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.
Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto – tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento – sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.
Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.
Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.
Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale:
Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.
Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.
Siate affamati. Siate folli.
Riflettere sulle parole di Steve Jobs: vita, passione e salute
Il discorso di Steve Jobs alla Stanford University resta, a più di vent’anni dalla sua pronuncia, un messaggio di straordinaria attualità. Le parole di Jobs non sono solo un incoraggiamento agli studenti, ma un invito universale a vivere una vita autentica, piena di passione, coraggio e consapevolezza della propria mortalità. Ogni episodio della sua vita raccontato nel discorso — “unire i puntini”, amore e perdita, e la riflessione sulla morte — non è semplicemente una testimonianza personale, ma una guida per chiunque desideri vivere con intensità, responsabilità e gratitudine.
Il primo tema affrontato da Jobs, quello dell’“unire i puntini”, ci ricorda l’importanza di guardare alla propria vita non come una serie di eventi scollegati, ma come un insieme coerente che prende senso solo retrospettivamente. Jobs racconta di aver abbandonato il college, ma di aver continuato a frequentare alcune lezioni che riteneva interessanti. La calligrafia, che sembrava allora un interesse puramente estetico e senza applicazioni pratiche, diventò anni dopo un elemento fondamentale nel design dei primi computer Macintosh. Questa storia è un monito prezioso: le esperienze, anche quelle che sembrano inutili o marginali, possono rivelarsi decisive nel futuro. L’intuizione, la curiosità e la libertà di esplorare senza vincoli diventano strumenti indispensabili per costruire una vita significativa.
Oggi, in un’epoca in cui la pressione sociale spinge spesso a scelte immediate e misurabili, il racconto di Jobs ci invita a coltivare la pazienza e la fiducia. Non possiamo prevedere ogni conseguenza delle nostre azioni, e spesso ciò che sembra irrilevante diventa fondamentale. La capacità di affidarsi al proprio istinto e alla propria curiosità, di esplorare senza fretta, costituisce una lezione preziosa per la salute mentale. Imparare a fare scelte guidate dall’interesse e dalla passione, piuttosto che dalle aspettative altrui, riduce lo stress e aumenta la soddisfazione personale.
Il secondo episodio, relativo all’amore e alla perdita, è forse uno dei più potenti. Jobs racconta della sua esperienza con la Apple, della fondazione in un garage, del successo iniziale, e poi del licenziamento. La storia dimostra che la vita non è lineare: il successo può essere seguito dalla caduta, e ciò che sembra un fallimento può trasformarsi in una straordinaria opportunità. La resilienza diventa quindi centrale. Saper affrontare la perdita, la delusione o l’errore è un’abilità essenziale per il benessere fisico e mentale. Lo stress e la frustrazione prolungati possono avere effetti devastanti sul corpo e sulla mente; imparare a trasformare le difficoltà in stimoli creativi è una delle più importanti strategie di salute psicologica.
L’esperienza di Jobs ci insegna anche l’importanza di perseguire ciò che amiamo. L’amore per il lavoro, la passione per ciò che facciamo, è un motore potente che può guidarci anche nei momenti più bui. Questo concetto è fondamentale per la nostra salute globale: numerosi studi hanno dimostrato che le persone che percepiscono un senso di scopo e passione nella vita hanno una migliore resistenza allo stress, una minore incidenza di malattie cardiovascolari e una maggiore longevità. Jobs non parla solo di carriera; parla di vivere una vita piena, dove il lavoro non è una fatica quotidiana, ma una manifestazione della propria creatività e dei propri valori.
La terza storia, quella sulla morte, introduce un tema inevitabile e spesso trascurato: la finitezza della vita. Jobs racconta come il pensiero della morte lo abbia aiutato a fare scelte più consapevoli. Ricordare che il tempo è limitato ci obbliga a distinguere tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo. Ci spinge a prendere decisioni guidate dal cuore, a eliminare la superficialità e a vivere pienamente ogni momento. Questo concetto ha implicazioni profonde anche per la salute: molte malattie e malesseri derivano dall’ansia, dall’accumulo di stress e dall’inadeguatezza a riconoscere le proprie priorità. Vivere con consapevolezza, come suggerisce Jobs, significa ridurre il peso del superfluo e concentrarsi su ciò che arricchisce davvero la nostra esistenza.
La lezione più grande di Jobs è forse racchiusa nella sua frase finale: “Siate affamati. Siate folli.” Questo invito sintetizza tutta la filosofia che permea il suo discorso. Essere affamati significa non accontentarsi, cercare sempre di crescere, esplorare, imparare e migliorare. Essere folli significa avere il coraggio di seguire strade non convenzionali, di osare, di andare controcorrente se necessario. In un mondo dove spesso l’adeguamento e la conformità sono premiati, la follia diventa sinonimo di libertà interiore, creatività e realizzazione personale.
Il messaggio di Jobs è anche profondamente legato alla salute fisica e mentale. La capacità di vivere pienamente, di inseguire la passione e di affrontare la morte con consapevolezza, contribuisce a costruire una mente sana. La psicologia moderna conferma che le persone che percepiscono un senso di scopo, che vivono con autenticità e che coltivano interessi significativi, godono di un migliore equilibrio emotivo e di una maggiore resilienza. Allo stesso tempo, la salute fisica beneficia enormemente di uno stato mentale positivo: la riduzione dello stress, la motivazione a muoversi, a nutrirsi correttamente e a prendersi cura di sé derivano spesso da un atteggiamento mentale consapevole e proattivo.
Il discorso di Jobs invita anche a riflettere sul concetto di rischio e sperimentazione. Abbandonare il college, fondare una start-up in un garage, affrontare licenziamenti e fallimenti: tutte esperienze che comportano incertezza e vulnerabilità. Il rischio è parte integrante della vita e della crescita personale. Saperlo gestire con equilibrio è fondamentale per la salute mentale. La paura paralizzante e la procrastinazione possono danneggiare la mente e il corpo; invece, il coraggio di sperimentare, di fallire e di rialzarsi rafforza la resilienza e accresce la fiducia in sé stessi.
Un altro elemento cruciale riguarda il valore delle relazioni e del sostegno. Jobs racconta di come la sua famiglia, i colleghi e le persone intorno a lui abbiano influito sul suo percorso. La salute non è mai solo individuale: il supporto sociale è una componente fondamentale del benessere fisico e mentale. Avere persone fidate accanto, condividere passioni, ricevere e offrire sostegno nelle difficoltà contribuisce a ridurre l’ansia, il senso di isolamento e lo stress cronico, elementi che possono compromettere la salute complessiva.
La storia di Jobs ci insegna anche l’importanza della flessibilità e dell’adattabilità. La vita è imprevedibile, e le circostanze cambiano continuamente. Sapere reinventarsi, come fece dopo il licenziamento dalla Apple, significa affrontare le sfide con energia e apertura mentale. Questa capacità di adattamento non solo aumenta le possibilità di successo, ma ha effetti positivi sul benessere psicofisico: la resilienza mentale riduce il rischio di depressione e ansia, favorisce una migliore gestione dello stress e incoraggia stili di vita più equilibrati.
In parallelo, Jobs ci ricorda il valore dell’apprendimento continuo. Ogni esperienza, anche quella apparentemente marginale come un corso di calligrafia, può rivelarsi fondamentale. L’apprendimento, inteso come esplorazione attiva e curiosa del mondo, mantiene la mente giovane, stimola la creatività e protegge dalle malattie neurodegenerative. La salute mentale e la realizzazione personale si nutrono della capacità di crescere e di rimanere aperti alle nuove conoscenze.
Un aspetto spesso sottovalutato del discorso di Jobs riguarda la relazione tra lavoro e vita personale. Egli evidenzia come l’amore per ciò che si fa sia la chiave per vivere una vita soddisfacente, ma il suo messaggio include implicitamente anche l’equilibrio tra passioni professionali e affetti personali. La costruzione di legami affettivi solidi e di una famiglia che condivida valori comuni è parte integrante di una vita sana e appagante. Lo stress derivante da un lavoro privo di significato o dalla mancanza di connessioni umane può compromettere la salute fisica e mentale; al contrario, la passione per il lavoro, quando integrata con relazioni autentiche, crea un circolo virtuoso di benessere.
Il discorso di Jobs sottolinea infine l’importanza di guardare alla propria mortalità come a uno strumento di consapevolezza e motivazione. La salute, fisica e mentale, non può essere considerata separatamente dalla coscienza del tempo che abbiamo a disposizione. Riflettere sulla finitezza della vita ci spinge a fare scelte più consapevoli, a dare priorità a ciò che conta veramente e a evitare sprechi di energie mentali e fisiche. La morte diventa così un incentivo per vivere pienamente, nutrendo il corpo con attenzione, praticando attività fisica regolare, mantenendo una mente attiva e coltivando relazioni sane e significative.
In conclusione, il discorso di Steve Jobs è molto più di un semplice messaggio motivazionale. È un invito a vivere con coraggio, passione e consapevolezza, a riconoscere l’importanza di ogni esperienza, a coltivare le proprie passioni, a imparare dai fallimenti e a non temere la morte. È un promemoria potente dell’importanza della salute fisica e mentale, del ruolo della resilienza, della cura di sé e del rispetto dei propri limiti e desideri. La sua vita e le sue parole ci incoraggiano a costruire un’esistenza autentica, dove l’equilibrio tra lavoro, relazioni, creatività e benessere diventa la chiave di una vita appagante.
Seguire i consigli di Jobs significa, quindi, affrontare ogni giorno con curiosità e passione, senza paura di cambiare direzione o di esplorare territori sconosciuti, ma sempre con attenzione alla propria salute, fisica e mentale. Significa accettare le difficoltà, imparare dai fallimenti e coltivare la resilienza, trovando gioia e realizzazione non solo nei risultati, ma nel percorso stesso. Significa riconoscere che la vita è limitata, preziosa e irripetibile, e che ogni scelta, ogni azione, ogni relazione contribuisce a dare senso e valore alla nostra esperienza.
Il discorso di Steve Jobs rimane, oggi più che mai, un faro per chi desidera vivere pienamente. Le sue parole ci invitano a riflettere sulla nostra vita quotidiana, a dare priorità alla salute, alla creatività, alle relazioni e all’autenticità, e a non dimenticare mai che siamo artefici del nostro destino. “Siate affamati. Siate folli.” Questo invito, semplice e diretto, racchiude in sé tutta la filosofia di Jobs: vivere con passione, curiosità e coraggio, rispettando se stessi, il proprio corpo, la propria mente e la propria anima.
In definitiva, il messaggio di Steve Jobs è universale: la vita è breve, imprevedibile e fragile. Solo chi coltiva la propria passione, affronta le difficoltà con resilienza e cura della salute, fisica e mentale, può sperare di vivere in pieno il proprio potenziale. L’ispirazione di Jobs ci accompagna, ci ricorda di non sprecare il tempo, di ascoltare il nostro cuore, di seguire la nostra intuizione e di valorizzare ogni istante. È un invito a vivere non solo per il successo esteriore, ma per la realizzazione personale, la creatività e il benessere integrale.
Sia che ci troviamo a scegliere una carriera, a costruire una famiglia, a sviluppare un progetto creativo o semplicemente a vivere un giorno alla volta, le parole di Jobs ci ricordano che possiamo fare scelte coraggiose, possiamo amare intensamente, possiamo affrontare la vita con curiosità e rispetto per la nostra salute. Esse ci spingono a guardare avanti con determinazione e consapevolezza, a non temere i fallimenti, a trovare significato in ogni esperienza e a vivere una vita piena, vibrante e autentica.
